giovedì 26 ottobre 2023

LA BATTAGLIA E LA GUERRA





 

«Ok, papà, ma la mamma…»

«Sono pieno di visioni, sono pieno di meraviglia, sono pieno di ispirazione …»

Più che ispirazione, mi sembrava invasamento, perdita di senso del reale, ma del resto sono abituata a questi voli extra sensoriali di mio padre, che quando dipinge non sente né vede più nulla che abbia un minimo riferimento alla realtà. Il pensiero dei “però, però però” che  mi attendevano a casa, mi hanno indotto comunque a non demordere.


Ecco, più o meno, il nostro dialogo. Merita il discorso diretto.


«Papà, senti…promettimi una cosa…»

«Un albero rosso al centro della tela….»

«Papà…»

«E il serpente, avvolto intorno…»

«Papà…»

«Uno sfondo viola…»

«Papà…»

«O è meglio blu?»

Ho perso la pazienza.

«Papàààààààààààààààààààààààà…» ho urlato.

«Ah sei qui, amore? Quando sei arrivata?»

A quel punto ho compreso che la partita era persa, almeno per il momento. Mi sono alzata lentamente dalle ginocchia paterne e ho lanciato uno sguardo a Ermione, che era silenziosa, una verde eterea Sfinge con un lampo di trionfo negli occhi, che si è affrettata a nascondere, ma non prima che io lo cogliessi al volo.

«La battaglia è persa, ma la guerra, la guerra è un’altra cosa» le ho sibilato e sono uscita dalla stanza senza salutare.

 

Il ritorno a casa non è iniziato nel migliore dei modi: la pioggia era aumentata d’intensità, circondando l’auto di una nebbiolina appiccicosa che impediva di vedere bene la via.  Le macchine che incrociavo sembravano animate dalla volontà maligna di spruzzarmi contro i vetri fasci di acqua sporca che i tergicristalli faticavano a lavare via. Gli alberi che fiancheggiavano la strada erano ombre confuse nella nebbia, mentre il vento, associato alla pioggia, trascinava senza controllo mulinelli di foglie gialle e marroni. Ottobre si esibiva in tutta la sua inarrestabile potenza.  

“ E pensare che dovrebbe essere un mese così dolce… - ho pensato – e invece guarda qui…»

Un nugolo di foglie di un rosso vivo bagnato  si sono appiccicate improvvisamente sul vetro, impedendomi la vista. Ho frenato  istintivamente, derapando sull’asfalto scivoloso, ma riuscendo a non andare fuori strada.

“Odio il rosso” ho pensato  con un moto di rabbia, mentre il cuore mi batteva forte.


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